Ciampino. Il decreto è stato pubblicato pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale. Fatto salvo il 31esimo Stormo, il polo cambia status: comitati cittadini sul piede di guerra
di Marco Montini
“L’aeroporto di Ciampino assume lo stato giuridico di aeroporto civile, aperto al traffico civile. I servizi di assistenza per la navigazione aerea sono garantiti dall’Enav spa”. È eloquente l’articolo 2 del decreto dell’ex ministro della Difesa De Paola, pubblicato pochissimi giorni sulla Gazzetta ufficiale. Fatto salvo il 31esimo Stormo, infatti, il Pastine perde la sua vocazione storica di polo militare promiscuo e si apre sempre di più al traffico turistico-commerciale, scatenando nella comunità castellana musi lunghi e preoccupazioni diffuse. La paura è che la fresca norma sia un viatico per la trasformazione dello scalo ciampinese a vero e proprio city airport: sogno mai nascosto da Adr ed Enac, che ha già annunciato tutta una serie di interventi di riqualificazione nel medio e lungo periodo. Come riferito a più riprese dal comitato Aerporto Ciampino “il piano dell’Adr è di arrivare al 2020 con 75 mila movimenti aerei”, oggi ce ne sono 54mila con 4 milioni di passeggeri annuali: “Un traffico eccessivo che comporta un inquinamento acustico e ambientale assolutamente preoccupante. Pensate che ci sono famiglie che vivono a 150 metri dallo scalo” – ha tuonato il portavoce cittadino Adami . Che sul decreto De Paola aggiunge: “Questa nuova situazione porta con sé il rischio di un aeroporto, che risponde a logiche solo economiche. Noi come comitato chiediamo da tempo il ritorno al 2001 quando il Pastine era compatibile con il territorio”. Tesi ribadita venti giorni fa all’assessore regionale all’Ambiente Refrigeri, col quale Adami e compagni dovranno rivedersi a stretto giro: “L’Adr dovrà presentare un piano di contenimento acustico e abbattimento del rumore entro il primo luglio e avrà un termine di 5 anni per applicarlo. Sono troppi – spiegano ancora dal Comitato cittadino -. Non sappiamo se questo piano, Adr lo presenterà in tempo o, come spesso accade, in ritardo. Visto che la Regione ne ha facoltà, chiederemo all’assessore di esercitare il potere sostitutivo e di accelerare l’approvazione del piano”.