Oggi la Sisal rende noto il gioco “sipartetutti”, che utilizza temi e toni vacanzieri per ricordare l’appuntamento mensile con il cosiddetto sistemone. L’argomento è però più delicato di quanto sembra. La pubblicità, infatti, incita al gioco, in quanto associa tale attività ludica alla vacanza. In questo modo i giovani possono dare a tale messaggio una lettura eccessivamente superficiale, sottovalutando i pericoli di una possibile dipendenza dal gioco, che si viene a connotare come attività totalmente sicura e gioiosa.
Ma la dipendenza dal gioco non è una questione da prendere sotto gamba, per questo il Codici invita a porre attenzione alle pubblicità che incitano al gioco con troppa leggerezza. Recentemente l’Associazione ha trattato la tematica nella conferenza stampa “Io la mia vita non me la gioco”, nata da un progetto di cui il Codici è promotore insieme alla Regione Lazio, rivolto ai ragazzi in età scolastica e finalizzato a far conoscere le caratteristiche del gioco compulsivo e d’azzardo, sia legale che illegale (iniziativa svolta nell’ambito del Programma Utenti e Consumatori 2011 della Regione Lazio). Nel progetto dell’associazione sono stati coinvolti circa 500 ragazzi tra i 10 e i 16 anni ed è emerso quanto segue.
Secondo il Ministero della Salute per ludopatia “si intende l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze”. Il disturbo può iniziare a manifestarsi durante l’adolescenza e tocca anzitutto i ragazzi. In generale dallo studio condotto dall’associazione Codici è emerso che i minori giocano e che il gioco è ritenuto un comportamento socialmente accettato. L’80 per cento dei ragazzi coinvolti nello studio ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nella vita e tutti hanno dichiarato di giocare per vincere. Di questi, l’80 per cento è di sesso maschile e il 20 per cento è di sesso femminile. Il fenomeno è più palesato nelle scuole superiori, infatti il 72 per cento dei ragazzi che ha dichiarato di aver giocato almeno una volta frequenta la scuola superiore, mentre il restante 28 per cento frequenta la scuola media. A cosa giocano i ragazzi? In pole position ci sono il fantacalcio ( gioco ideato all’interno del gruppo dei pari in cui in palio ci sono dei soldi); le scommesse sportive ( gioco legale e vietato ai minori di 18 anni) e i gratta e vinci. Nessuno ha dichiarato di giocare on line o di giocare alle slot machine. Il 68 per cento dei ragazzi ha dichiarato di preferire il gioco del fantacalcio e delle scommesse sportive, mentre le ragazze preferiscono il gratta e vinci, 32 per cento. In generale risulta che il 40 per cento dei ragazzi coinvolti nello studio gioca con una certa regolarità. Concludendo, il fenomeno è preoccupante in quanto il gioco non è considerato un comportamento che può portare alla dipendenza. I ragazzi, infatti, dichiarano di non sapere che gratta e vinci e scommesse sono vietati ai minori dei 18 anni, in quanto possono accedervi in maniera indisturbata.
“Quello delle ludopatie è un tema delicato e che merita attenzione da parte delle Istituzioni – commenta Monia Napolitano, Sociologa Codici – Il gioco è molto diffuso tra i minori ed è ritenuto un comportamento socialmente accettato. Da qui l’esigenza e la necessità di portare avanti iniziative volte alla sensibilizzazione del fenomeno e soprattutto alla necessità di rivedere le normative che regolano il settore”.
Post Vecchi
La Notte di San Giovanni… e delle Streghe!