L’intervista. Parola a una delle voci storiche del pianeta giallorosso, ora speaker radiofonico: “Il primo provvedimento da concretizzare sarebbe fare chiarezza all’interno della società As Roma. Dove hai comunque personaggi che comandano pur non capendoci assolutamente nulla di calcio. Le dimissioni di Baldini sono un’assunzione di responsabilità. Avrei voluto lo stesso da Sabatini…”
di Marco Montini
Carlo Zampa è uno dei personaggi più significativi dell’immaginario collettivo colorato di giallo e rosso. Voce storica dell’etere romano, ha accompagnato per anni la domenica dei tifosi romanisti quando tra il 1998 e il 2005 fu lo speaker ufficiale dello Stadio Olimpico nelle partite casalinghe di Totti e compagni. Nella vita giornalista, opinionista, radiofilo, commentatore e pure assistente parlamentare, Zampa ha una passione chiamata appunto As Roma, passione che lo avvolge in ogni singolo istante della quotidianità. Le Città lo ha intervistato la scorsa settimana, quando il nuovo allenatore della società del presidente Pallotta era ancora una lontana chimera (in queste ore si parla invece si parla insistentemente dell’approdo in panchina di mister Garcia, ndr): ne è uscita fuori una analisi dura, appassionata, vera dove Carletto non ha nascosto la propria contrarietà verso una dirigenza, quella giallorossa, reduce da un’annata fallimentare culminata con la sconfitta fratricida di Coppa Italia. La punta dell’iceberg di un progetto nato male e finito peggio. Eppure per Zampa, che tira stilettata a Sabbatini e apprezza le dimissioni di Baldini, la Roma può e deve rinascere. Ecco come
Come vivi da tifoso questo periodo difficile per la Roma?
“Male, male… lo vivo malissimo perché sinceramente non credevo si potesse arrivare a questo punto. Una situazione che ha quasi del tragicomico”.
Secondo te dove possono rintracciarsi le colpe maggiori?
“Sono in primis della società perché quando le cose vanno male è sempre così. Chiaramente anche i giocatori hanno le loro colpe ma ribadisco che la dirigenza ha fondamentalmente le colpe maggiori”.
Parliamo un attimo di Andreazzoli: secondo te ha lavorato bene? Ha messo una pezza come e dove poteva?
“E’ chiaro che Andreazzoli era soltanto un traghettatore e non dimentichiamoci che era stato presentato così anche dalla società, con un comunicato che parlava di incarico temporaneo del tecnico. Poi certo visto come stavano andando le cose e se la Roma avesse vinto la Coppa Italia, magari adesso ci saremmo ritrovati in panchina con Andreazzoli per un’altra stagione”.
E invece non è stato così. Ma a proposito di panchina, come giudichi il fatto che la società sia ancora senza un allenatore?
“E’ davvero incredibile, una cosa che lascia quanto meno sconcertati. La cosa peggiore per un tifoso è vedere infatti la propria squadra rifiutata: ecco questa è la cosa più brutta in assoluto”.
Pochi giorni fa sono giunte le dimissioni di Baldini: lo consideri un salvataggio personale prima che la baracca crollasse o un gesto di grande responsabilità?
“E’ una assunzione di responsabilità, visto che non è la prima volta che fa una cosa simile. Lo ha già fatto anche quando era precedentemente dirigente della Roma: lì fu mandato via ma si prese delle colpe che non erano certamente tutte quante sue. Adesso da direttore generale si è assunto certe responsabilità e ha deciso di andarsene. Ora andrà quasi sicuramente al Tottenham, però non è che è andato via perché aveva altre ambizioni o altre offerte. Baldini è un uomo che ha dimostrato ampiamente negli anni di avere molta più dignità di tanti altri”.
Ti saresti aspettato lo stesso gesto anche da Walter Sabatini?
“Lo avrei voluto ma non me lo aspetto perché per me è diverso rispetto a Baldini…”
Dopo la sconfitta nel derby di Coppa Italia, tifosi e addetti ai lavori hanno detto che Roma è sì caduta ma può e deve risorgere. Quale la cura per uscire dal coma?
“Il primo provvedimento da concretizzare sarebbe quello di fare chiarezza all’interno della società. Dove hai comunque dei personaggi che comandano pur non capendoci assolutamente nulla di calcio. C’è spesso una sovrapposizione di ruoli. Sabbatini stesso, ad esempio, che adesso fa più il direttore generale che non il direttore sportivo”.
Da grande comunicatore quale sei, vorrei chiederti una opinione in merito all’articolo scritto da Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport e sulle conseguenti reazioni.
“Non ne parlo neanche delle reazioni perché non accetto morali da chi ha a che fare continuamente con la giustizia ed è stato ampiamente condannato dalla giustizia per illeciti. Morali del genere non le accetterò mai. Pensa che l’articolo di Dotto non l’ho nemmeno letto perché il Corriere dello Sport non fa parte dei giornali che in questo momento amo”.