La ricorrenza. Un museo a cielo aperto di emozioni e tanta storia. Inaugurato nel ’53, già esisteva con nome di Stadio dei Cipressi, è un simbolo vivente di sport
Teatro di eventi sportivi e musicali. Negli anni ’70 scenario di tragedie che con lo sport non hanno niente a che vedere. Insomma, l’Olimpico è un museo a cielo aperto di emozioni e fatti di cronaca, fin da quel lontano 1932, anno del suo debutto con il nome Stadio dei Cipressi. Ufficialmente inaugurato nel ’53, solo nel momento di massimo splendore venne chiamato Olimpico, quando gli occhi del mondo erano tutti su Roma per le Olimpiadi del 1960. I Giochi sono coincisi con la prima ristrutturazione poi nel ’90, in occasione dei Mondiali di calcio, è stato rimesso a nuovo con tanto di copertura su tutta la superficie degli spalti. L’ultimo restyling l’Olimpico l’ha vissuto nel 2009, per farsi bello ed ospitare la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester Utd. Inutile negarlo, è il calcio l’attrazione principe dell’Olimpico, casa di Lazio e Roma. Dal 2008 è la sede della finale di Coppa Italia. Sotto il cielo romano hanno alzato il trofeo le stesse Roma e Lazio, l’Inter due volte consecutive e il Napoli. Ora tocca proprio alle due romane scrivere un altro pezzo di storia in questo impianto. Le capitoline non hanno le bacheche che scoppiano di trofei vinti. Per questo la finale di Coppa Italia che le vedrà rivali rappresenta un evento unico nella storia. Domenica quella romantica Tribuna Tevere, l’elegante Monte Mario e le curve, saranno completamente colorate dalla passione delle due tifoserie. Come sempre, la stracittadina si gioca anche sugli spalti del “vecchio” Olimpico.