Ursula Davis: Vi racconto le mille forme dell’eros…

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Ursula Davis: Vi racconto le mille forme dell’eros…

ursula davisHula Hoop, la diva americana di Schicci. Cantante, attrice, fumettista, icona sexy degli anni Ottanta: origini finlandesi, nipote dell’attrice Bette Davis, compagna di lotte in politica con Ilona Staller. “In Italia la democrazia è un’utopia, ci vorrebbe una vera rivoluzione”

di Luca Bagatin

Ursula Davis – conosciuta dal pubblico con lo pseudonimo Hula Hoop – cantante, attrice, fumettista, artista dell’eros di origini finlandesi e nipote della celebre attrice statunitense Bette Davis, è stata fra le principali star di “Diva Futura”, l’agenzia di casting fondata negli anni ’80 dal compianto Riccardo Schicchi e da Ilona Staller.
Il suo stile trasgressivo “Anni Sessanta” la fa amare subito dal pubblico, così come le sue battaglie contro i falsi pudori, combattute in un frammisto di fascino ed ironia.
Ursula, oltre ai suoi spettacoli teatrali, ha recitato in numerosi film erotici pornosoft quali “Provocazione”, “Desideri inconfessabili”, “Diva Futura”, “Visioni erotiche”, “Obsession” e “Top model 2” ed ha inoltre collaborato al mensile “Diva Futura”, realizzando fumetti erotici ed ironici assieme.
Oggi abbiamo la possibilità di intervistarla amichevolmente e con grande piacere.

Per cominciare, una domanda classica, ovvero come inizia la tua carriera artistica ?
“Sin da piccola ho manifestato uno spiccato senso artistico. Amavo trascorrere ore ed ore a disegnare e dipingere. Ho frequentato, poi, il Liceo Artistico e l’Accademia di moda e da li è stato tutto un susseguirsi di cose… Ma io, più che carriera lo definirei un percorso di vita dettato dalla mia natura, dalla mia voglia di fare o non fare determinate cose”.

Come mai questo soprannome, “Hula Hoop” ?

“Hula altro non è che il diminutivo di uno dei miei tre nomi, ovvero Ursula. L’idea di anteporre l’H mi è venuta intorno gli otto anni quando per firmare i miei dipinti preferivo una lettera esteticamente più armonica della U. Hula Hoop, invece, è il personaggio dello show creato con Riccardo Schicchi. Desideravo mantenere il mio nome e al contempo portare in giro per le discoteche uno spettacolo che rispettasse la mia personalità. Un personaggio fresco, giovane, divertente, frizzante e sconvolgentemente provocatorio. Basi musicali anni ’60, costumi coloratissimi, scenografie giocose e tanti fluorescenti hula hop, naturalmente”.

E’ vero che sei la nipote della celebre attrice degli Anni ’60 Bette Davis ? In effetti, peraltro, le somigli molto…
Dicono che dove c’è fumo c’è fuoco…”

Da cantante e ballerina al pornosoft e poi al fumetto erotico. Una carriera poliedrica direi. Come è nata l’idea di diventare disegnatrice e fumettista ? Tu definisci i tuoi fumetti ironici ed erotici. Ovvero?

“Come premesso ho sempre amato disegnare, ma non mi definirei una fumettista. Fu solo una piccola parentesi. L’idea dell’erotico/ironico è molto semplice da spiegare: lo scopo era quello di portare l’immaginazione del lettore ad alti livelli, esasperare la sua sessualità e poi farlo piombare in uno stato comico/ironico. Dietro ad ogni storia c’era una trama sottile con un finale ironico o delle immagini divertenti. Un’idea valida per abbracciare un pubblico più ampio”.

A tuo parere, oggi, con l’avvento di internet, il fumetto erotico cartaceo, può avere ancora il suo fascino?

Sì, certamente sì. Io lo trovo molto più intrigante ed eccitante perché dà spazio all’immaginazione di ognuno”.

Hai lavorato per moltissimi anni a fianco di Riccardo Schicchi, recentemente scomparso. Qual è il tuo più bel ricordo di lui?

“Non è che ho lavorato per moltissimi anni a fianco di Riccardo Schicchi, ho lavorato per lui e con lui nel suo periodo d’oro, nel suo momento magico. Dopo, a livello lavorativo, mi sono allontanata, un po’ per motivi personali e in parte perché trovavo che il suo modo di lavorare più che artistico e pieno di ideali stava diventando piuttosto commerciale, ma i contatti sono sempre rimasti. Di Riccardo ho molti bei ricordi, doverne scegliere solo uno mi rimane piuttosto difficile… Potrei risponderti così: Riccardo è uno dei miei ricordi più belli”.

L’anno prossimo ricorrerà il ventennale dalla morte di Moana Pozzi. Tu lavorasti anche con lei, se non ricordo male. Com’era Moana? Cosa sarebbe potuta diventare?

“Si, ho lavorato con Moana in diverse occasioni, film soft, l’hard non l’ho mai fatto. L’esperienza più incisiva è stata certamente durante le riprese del film di Piero Vivarelli “Provocazione”. Abbiamo avuto modo di parlare a lungo su vari argomenti. Io Moana, a dire il vero, l’ho sempre trovata un po’ particolare. C’era un lato di lei oscuro che non sono mai riuscita a decifrare. Lei dentro era inquieta, insofferente, ma in pubblico non lo dava certo a vedere. Non credo che sarebbe diventata altre cose oltre quello che già era. Penso che si sarebbe ritirata appena il fisico non le dava più quella sicurezza su cui basava la sua forza”.

So che sei un’amante della natura e degli animali. Oltre, peraltro, ad aver contribuito a rompere molti tabù sessuali in un’epoca molto più bigotta di quella attuale. Hai mai pensato di impegnarti, politicamente, come fece la nostra comune amica Ilona Staller (ad anche Moana Pozzi, negli ultimi anni di vita, peraltro), per questo tipo di battaglie ambientaliste e di libertà?
“La natura e gli animali sono al top delle mie preferenze, ma penso che si possa agire senza necessariamente far politica. In Italia la democrazia è un’utopia e fare una politica pulita, equa, sobria è impossibile. Io credo che ci voglia una vera sterzata, una rivoluzione vera propria non una semplice battaglia. La vita mi ha insegnato a non aspettarmi nulla da nessuno per non andare incontro a delusioni e mi domando spesso se l’unione fa la forza o chi fa da sé fa per tre ? Io ero con Ilona il giorno della presentazione del suo partito. Ero spesso da Riccardo quest’estate in ospedale…O con gli anziani e i disabili, con donne arabe malmenate dai mariti e con i ragazzi libici sparati e mutilati…eppure, dimmi, hai mai sentito parlare di me ? Hai mai visto una mia foto ? Eppure esisto e agisco. Autonomamente. L’importante è essere fedeli a sé stessi altrimenti si diventa bandiere in balia del vento”.