Francesca Veronica Sanzari: Tv e cinema non mi hanno cambiata

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Francesca Veronica Sanzari: Tv e cinema non mi hanno cambiata

francesca sanzari“Non sarò mai una donna manichino”. A colloquio con la giovane e brava attrice romana che tra piccolo e grande schermo continua a preferire l’obiettivo della macchina fotografica: “Solo nelle pose sono davvero io”

 di Luca Bagatin

Francesca Veronica Sanzari, romana, giovane attrice e modella, ha già all’attivo diverse esperienze professionali sia in ambito cinematografico (“Bevenuti al Sud” di Luca Miniero, il lungometraggio horror “Inside” di Daniele Misischia e la commedia “Bombolone”, oltre che diverse apparizioni in fiction per la tv) che musicale, essendo fra l’altro stata la protagonista – nel 2010 – del musical “Evolution”, per la regia di Pierpaolo Zampini, oltre che avendo preso parte a numerosi video musicali.
Colpiti in particolare dalle suggestive foto contenute nel suo sito web www.francesca-sanzari.com, oggi abbiamo il piacere di intervistarla.

Dunque, Francesca, quando e come inizia il tuo percorso professionale ?

“Nel 2004, al “Mania”, uno dei locali più in voga del centro storico perugino. Vi incontro una ragazza. Mi mostra delle foto. Le sue. Le guardo. Le chiedo chi gliel’avesse fatte. Mi dice il nome del fotografo. Avevo un buco di ricordi fotografici di alcuni anni. Decisi, allora, di volermi ricordare attraverso uno scatto. Ma gli scatti escono travolgenti e il fotografo mi suggerisce di posare. Da allora, e grazie a lui, non è più finita. Grazie Daniele. Ah, quegli scatti non esistono più. Proprio quelli. Ah, non esiste nemmeno più ‘Mania’”.

Quali i sogni di Francesca da bambina?

“Volevo danzare. Mio padre mi disse che mi sarebbero venuti i piedi a papera. Ho capito l’antifona e ho lasciato perdere. Poi volevo recitare, ma a questo giro col cavolo che gliel’ho detto. Infatti è andata meglio. Bella papà!”

Nei tuoi book fotografici, ciò che attrae di più, a parer mio, è il tuo sguardo. Profondo, capace, in molti scatti, anche quelli più erotici, di esprimere una profonda sofferenza. Talvolta persino rabbia. Che cosa vuoi esprimere, in particolare, con le tue foto ? Per te è solo un lavoro oppure è diventato un vero e proprio modo per esprimere la tua interiorità ?

“Voglio esprimere esattamente ciò che trasmetto. Ultimamente la fotografia ha assunto una funzione catartica, è diventata un modo per esorcizzare la mia inquietudine e per testimoniare la mia esistenza. Ogni foto è come fosse uno schiaffo”.

Viste le tue poliedriche esperienze nel mondo dello spettacolo, preferisci fare la modella oppure recitare?

“L’approccio è totalmente differente. La fotografia è duttile. Nella recitazione sei sempre un burattino, non sei mai protagonista te stesso, e anche se hai un ruolo da protagonista stai sempre dietro un copione. La fotografia mi rende libera. In foto sono io”.

Ho visto che hai avuto modo di lavorare anche all’estero. Quali differenze hai riscontrato fra il lavorare all’estero ed in Italia ? All’estero, a tuo parere, ci sono maggiori o minori prospettive professionali nell’ambito del tuo lavoro ?

“Non so se all’estero le prospettive sono maggiori. Sicuramente le condizioni sono migliori. All’estero c’è un’ attenzione e un approccio all’ arte e alla cultura più serio che qui, dove è pura velleità. Vi è dignità, decoro. Inoltre c’è rispetto per la donna, “la Madre”. La fotografia italiana rappresenta pari pari come l’uomo pensa e vede la femmina. E le donne che si fan fotografare come manichini sono esattamente l’espressione dei loro melensi click”.

Come si immagina Francesca Veronica Sanzari fra venti o trent’anni ?

“Il mio ultimo respiro ha un suono. Da qui ad allora, sempre come adesso”.