“Il dialogo per la ricostruzione del partito nel Lazio mi vede nuovo e autorevole interlocutore”
di Daniele Priori
Notte insonne, due occhiaie così e tanta stanchezza valgono senz’altro la pena per un grande successo. Il neo eletto consigliere regionale del Pdl, Adriano Palozzi, a fatica riesce a contenere la contentezza per l’importante risultato raggiunto, soprattutto quello in provincia di Roma che, con oltre 9200 preferenze, lo vede il primo degli eletti tra mostri sacri del calibro di Gramazio, Cangemi e Di Paolo che, soltanto a Roma, sono riusciti a confermare le leadership. “Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto e sono orgoglioso di essere stato eletto consigliere regionale perché potrò continuare il grande lavoro svolto fino a oggi nel mio territorio che è la provincia di Roma”. Questa la prima dichiarazione a caldo del sindaco di Marino mentre, ancora alle 17 di mercoledì, si sta chiudendo lo spoglio di Roma città che porterà Palozzi a superare le 12mila preferenze. I numeri sono ormai sufficienti per leggere il significato politico di questa tornata elettorale.
Dunque sindaco, mettiamo un attimo da parte l’euforia e parliamo di politica, centrodestra e futuro prossimo del Pdl…
“Da questo nuovo scenario che si è delineato nel Lazio e nel Paese riparte la ricostruzione del Pdl e dell’intero centrodestra. Certo, da questo momento si dovrà tenere conto del fenomeno Grillo che si è attestato come primo partito nazionale. Resto, tuttavia, fiducioso perché credo che ci sia lo spazio per ricreare le condizioni politiche per riaffermare il centrodestra come nuova forza di governo”.
Logiche diverse e rinnovate per un nuovo e rinnovato centrodestra?
“Mi sembra il minimo rivedere proprio le logiche per ridefinire la coalizione. A cominciare dalla meritocrazia… proporzionale. Se ai Castelli Romani e nel litorale e, in generale, nella provincia di Roma, tra me e il secondo degli eletti c’è una differenza di mille preferenze, ritengo che il dialogo a livello provinciale debba considerare me il primo interlocutore”.
Renata Polverini alla Camera, Francesco Aracri in Senato, Adriano Palozzi alla Regione Lazio. Il cerchio è chiuso…
“Il gruppo che ho fortemente voluto e che con volontà ho tenuto unito fino ad oggi si è finalmente delineato. Aracri è l’amico di sempre e la Polverini la presidente che ho sostenuto prima e dopo la presidenza della Regione Lazio. Oggi raccolgo finalmente i frutti di questi rapporti costruiti nel tempo. Questo è il miglior inizio per la ricostruzione del partito che, nel Lazio, ci vede gruppo trainante”.
Le oltre 9mila preferenze che le sono state riconosciute nella provincia di Roma sono un dato politico molto importante. Cosa ne pensa?
“Ho, a questo punto, la prova assoluta che la politica paga e ripaga quando si vive e si lavora costantemente nel territorio e per il territorio. È la presenza, la vicinanza, il contatto con i cittadini che fanno emergere, se ci sono, le capacità di un amministratore. E credo che nel mio caso la regola sia confermata”.
Da consigliere regionale cambierà il suo modo di fare politica?
“Di certo migliorerà, sarò più vicino ai cittadini che con l’affermazione in provincia mi responsabilizzano ulteriormente verso questi territori che, in Regione Lazio, voglio rappresentare con il massimo dell’impegno. Inizia un nuovo impegno politico per me, di questo sono felice, come sono orgoglioso del sostegno che la mia città mi ha rinnovato con oltre 2500 preferenze. Questo nuovo impegno riparte proprio da Marino per fare in modo che l’esempio di governo virtuoso possa essere esportato anche in altri comuni che, comunque, adesso mi vedono nuovo punto di riferimento. L’identificazione della leadership nel territorio deve essere coltivata con serietà affinché diventi ingrediente fondamentale per il rilancio del centrodestra”.
La vittoria di Zingaretti segna una sconfitta significativa per il centrodestra che si è unito intorno a Francesco Storace. Come interpreta questo dato?
“Si impone, a questo punto, una riflessione morale e coscienziosa dopo il crollo della coalizione di centrodestra guidata da Storace. Ma bisognerà riflettere anche su diversi fattori che emergono da questo voto. Il fenomeno Grillo prima di tutto: un trionfo che è il prodotto del malcontento e del disagio sociale che è stato sfogato tutto sulla politica tradizionale. Adesso, sarà compito della politica e dei politici eletti in questa tornata elettorale recuperare i voti di protesta, sottraendoli a chi, sono certo, si rivelerà incapace di gestire un successo guadagnato con approssimazione, senza un programma preciso, senza conoscenza e selezione attenta dei candidati. Mi sento di dire che se la politica governa bene il fenomeno Grillo si sgonfierà in breve tempo”.
Torniamo alla Regione Lazio. Come giudica la débâcle di Francesco Storace?“Storace ha fatto tutto quello che poteva fare. Da candidato presidente ha tentato di correre una partita difficilissima, ha combattuto fino all’ultimo riducendo il gap iniziale. Ma non è bastato credo anche sulla scia del dato nazionale”.
Una dichiarazione su Fratelli di Italia?
“Credo che abbiano subito una delusione più grande di quella che loro stessi potevano mettere in conto. Non sono riusciti a farsi notare, non sono riusciti a farsi interpreti di nessuno spazio politico”.
Che opposizione sarà al governo di Zingaretti?
“In questa nuova fase di governo, noi saremo attenti controllori di quello che intenderà fare il centrosinistra”.