L’Assemblea Capitolina ha conferito la cittadinanza onoraria di Roma a Malala Yousafzai, quindicenne studentessa ed attivista pakistana. A riceverla per conto di Malala, l’ambasciatore del Pakistan, Tehmina Janjua. La decisione di conferire a Malala la cittadinanza onoraria romana prende avvio da una mozione della Commissione delle Elette per ricordare – in occasione della giornata mondiale della violenza contro le donne (25 novembre) – il sacrificio della giovane che ha subito un attentato terroristico per la sua attività in difesa del diritto allo studio delle giovani pakistane. Il fatto è accaduto nella città di Mingora, una vallata al confine con l’Afghanistan a forte influenza talebana, dove la ragazza è nata e dove quei diritti sono stati banditi. I Talebani le hanno sparato alla testa; sopravvissuta, è in cura presso un ospedale londinese ed è diventata in tutto il mondo un simbolo della lotta alla violenza contro le donne e per l’accesso all’istruzione. Nel suo paese, ad un mese dall’attentato, il Presidente Pakistano Zardari ha indetto “la giornata per Malala”. Una petizione indirizzata al Presidente del Pakistan affinché venga tutelato il diritto delle giovani donne a frequentare le scuole è stato firmato in pochi giorni da oltre un milione di persone. La risposta dei talebani a questa impennata di attenzione verso Malala è stata l’emanazione di una fatwa. Fra le molte iniziative a sostegno della giovane, l’ex Primo Ministro inglese Gordon Brown ha iniziato una campagna perchè Malala il prossimo anno sia insignita del premio Nobel per la Pace. Il sindaco Gianni Alemanno ha firmato la petizione per il conferimento del Nobel a Malala Yousafzai, “la giovane pakistana che ha avuto il coraggio, a soli quindici anni, di difendere anima e corpo il diritto all’istruzione femminile”. L’adesione del Sindaco all’appello è “contro la sopraffazione di genere, in difesa dei diritti fondamentali e per un futuro di democrazia. Il mio vuole essere un sostegno pieno a quanti lottano per l’uguaglianza tra i sessi e per i diritti umani”.