di Silvia Panizza
Cristiano Bergodi voleva goderselo tutto il suo esordio di domenica sulla panchina del Pescara. E in parte c’è anche riuscito se non fosse stato per quella sconfitta di misura patita proprio contro la Roma del suo maestro ai tempi della Lazio, Zednek Zeman. Non certo l’inizio migliore, ma pur sempre uno stimolo per cercare di raggiungere una salvezza non impossibile. Eppure di battaglie lui ne ha conosciute tante quand’era calciatore. Proprio con la maglia del Pescara, quando in panchina c’era un certo Giovanni Galeone, Bergodi si tolse molte soddisfazioni, su tutte la conquista della serie A nel campionato 1986/87, per poi passare alla lunga esperienza nella Capitale dove rimase per ben sette stagioni prima di approdare al Padova e successivamente allo Sliema Wanderers. Da giocatore aveva un carattere deciso e fornito di una generosità quasi unica che lo hanno portato ad avere un rendimento complessivo molto soddisfacente grazie anche ai suoi notevoli mezzi fisici. I tifosi della Lazio se lo ricordano in maniera particolare per aver dato sempre il meglio di sé nei numerosi derby disputati. Doti che ora dovrà cercare di infondere ai suoi giocatori per restituire fiducia e speranze a un ambiente che con Zeman, guarda caso, era impazzito di gioia con la promozione in serie A. Appese le scarpe al chiodo ecco la carriera da allenatore. Da annoverare le sue esperienze con Imolese e Sassuolo, cui vanno sommate quelle da vice con Lazio (2004) e Lecce (2005). Da allora, Bergodi è tornato in Italia solo in vacanza o per ritrovare la famiglia: è stata la Romania la patria calcistica del 48enne allenatore. Partendo dal National Bucarest, passando per il Cluj e fino al Rapid Bucarest: tre club balcanici in circa due anni per il tecnico di Bracciano, che dal gennaio del 2009 ha guidato il Politehnica Iasi. Nel giugno dello stesso anno il passaggio alla Steaua Bucarest, al posto del connazionale Pedrazzini. Un incarico che però è durato pochissimo, visto l’esonero datato 18 settembre. Poi il ritorno in Italia, al Modena. Adesso il Pescara. Su Zeman ha detto che merita solo applausi e che le sue qualità tecniche non sono in discussione. Su lui vedremo se i tifosi pescaresi sapranno riservare lo stesso trattamento del maestro oggi alla Roma. Dipenderà solo da una cosa: la salvezza. E chissà che anche Allegri e Gasperini, suoi compagni di squadra ai tempi di Galeone, non facciano il tifo per lui.