L’Udc si stacca dalla giunta Polverini. Almeno così ha chiesto l’ufficio politico di venerdì pomeriggio del partito di Pierferdinando Casini, provocando sconquassi nel Lazio soprattutto rispetto alla linea tenuta saldamente dal numero due della dimissionaria giunta Polverini, il vicepresidente Luciano Ciocchetti.
L’Udc ha chiesto un “profondo cambiamento e discontinuità” per cui hanno ritenuto opportuno dare unanime mandato al segretario nazionale di rappresentare alla presidente Polverini, per rispetto istituzionale, le conseguenze di questa decisione”.
“L’ Udc – spiega la nota diffusa al termine del coordinamento regionale del partito riunito a Roma alla
presenza di Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa e dei parlamentari del Lazio. – in questi anni di lavoro della giunta Polverini è stata leale, in coerenza con l’impegno assunto con la presidente nel 2010. Gli avvenimenti di questi mesi che hanno portato, col concorso decisivo dell’Udc, alle dimissioni della giunta, determinano un radicale cambiamento dello scenario politico, le cui ragioni non possono sfuggire a nessuno. Molto sommessamente, l’Udc ricorda che né i propri esponenti della giunta, ne’ i
propri consiglieri regionali sono stati minimamente coinvolti negli episodi di malcostume che hanno toccato sia la maggioranza che l’opposizione: i casi Fiorito e Maruccio sono emblematici. A ciò si aggiunge l’attuale condizione di sfaldamento politico del Pdl”.
Una parola “sfaldamento” che ha mandato su tutte le furie il segretario del Pdl, Angelino Alfano che sempre nella serata di venerdì diffondeva una nota nella quale con toni netti e secchi ricordava proprio al partito di Casini “che il Popolo della Libertà ha sempre garantito piena lealtà a un’alleanza che è uscita dimissionaria non certo per responsabilità di governo. Ricordiamo infatti che, quando il Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha ristretto la giunta, il Pdl ha rinunciato,
in nome del patto elettorale, a una parte della propria componente. Gradiremmo infine che ciascuno facesse proprio il principio di non ingerenza per evitare di ricordare che, anche oggi, il Pdl – ‘sfaldato’ come sostiene l’Udc – vale
più di quattro volte la forte e integra Udc”.