di Marco Montini e Jacopo Paoletti
È l’inno alla gioia della Lazio, la voce che da quasi trent’anni illumina le domeniche dei tifosi biancocelesti. Questo è un po’ Guido De Angelis, “anima e core” della sponda laziale del Tevere, colui che dagli anni ’70 racconta le gesta della squadra che ha portato il calcio a Roma. Fenomenali le sue esultanze ai derby, dall’ultima del “J’avemo fatto male”, urlato a squarcia gola sul gol di Klose, agli storici squilli di voce sulle reti stracittadine di Paolo Di Canio e Paul Gazza Gascoigne. Davvero una figura simbolo Guidone, un unicum che solca lo sport per sconfinare orgoglioso nel pianeta giornalistico. Mondo in cui De Angelis ha sperimentato tutto, lasciando sempre il suo sigillo: dall’etere radiofonico (con le esperienze a Rds, Radio incontro, Radio Spazio Aperto, TeleRadioStereo e attualmente a Radiosei) passando per il piccolo schermo (Rete Oro-4 Rete, Teleroma 56 e oggi Mediaset Premium) fino all’amore più grande Lazialità, di cui è editore e direttore responsabile (senza dimenticare la costola on-line Lazialità.it). Oltre a ricevere l’apprezzamento del pubblico, il lavoro svolto da Guido De Angelis viene riconosciuto anche dalla critica, che nel 2011 e nel 2012 lo premia con il Microfono d’Oro in Campidoglio sia come telecronista che come conduttore. Premi che lo consacrano, semmai ce ne fosse bisogno, come uno dei giornalisti top dell’universo capitolino.
Siamo alla vigilia di questo ennesimo derby, che tu vivrai ancora una volta in prima persona. Che sensazioni hai?
“Il derby è una partita completamente diversa dalle altre. Speriamo che i giocatori non soffrano l’emozione e sappiano interpretarlo nel modo giusto. Non mi fido della Roma, nonostante abbia passato un brutto momento: in partita come queste non esistono squadre favorite. Non so se Zeman seguirà il suo modo di fare, perche questo potrebbe favorire la Lazio. Vedremo, altresì, se Totti riuscirà a prendere per mano la squadra. Se i giallorossi tireranno fuori l’orgoglio, potrebbe fare brutti scherzi. Tantissime le ipotesi, dunque. È un match difficile dove mi auguro la Lazio possa vincere”.
Passiamo un pochino all’amarcord. Ricordo con personale piacere l’emozionante esultanza in occasione del gol di Klose. Quali sono le altre che porti dentro con più orgoglio?
“Ce ne sono due in particolare: quella sul gol di Di Canio sotto la Sud e quella sulla rete di Gazza Gascoigne al novantesimo, nella indimenticata stracittadina finita uno a uno. Chiaramente l’ultima esultanza di Klose fu molto bella perché la Lazio aveva meritato di vincere ma stava rischiando di perdere quel derby con una Roma barcollante, ma che resse fino a quel minuto… ma alla fine vincemmo soffrendo tanto”.
Parliamo della tua lazialità. Se non erro, la tua prima partita allo stadio fu con tuo papà in un lontano Lazio-Venezia del 1967.
“Sì, anche se ad essere onesti, la primissima partita fu la finale di Coppa Italia vinta nel ’58 Lazio-Fiorentina… ero piccolissimo, avevo qualche mese e dormivo beato tra le braccia di mia madre. Mi svegliai solo al gol di Prini, quello della vittoria, e poi mi rimisi a dormire (ride, ndr)”.
Sei soddisfatto del tuo percorso giornalistico e sportivo? Cosa ti ha aiutato ad andare avanti in questo mondo complicato?
“Sono molto contento di dove sono arrivato e lo devo alla passione e alla cocciutaggine. Ho fatto tutto quello che dovevo fare e non mi stanco di farlo tutt’oggi nonostante sia passati tanti anni: la passione verso questo lavoro e verso questa squadra è sempre vivissima. Certo si sentono le fatiche dei viaggi, delle trasferte ma la mia voglia di raccontare la Lazio supera tutto”.
Un’ultima domanda: che rapporto hai con l’universo radiofonico? È un amore più grande rispetto alla televisione e alla carta stampata?
“Ti dico che la rivista (Guido è direttore responsabile di Lazialità, ndr) è una cosa di famiglia. È come avere un figlio che cresce e che oggi compie ventisette anni. La radio è l’altra mia più grande passione perchè raccontare la Lazio tramite le radiocronache è qualcosa di veramente affascinante e di cui vado fiero. Poi ci sono le telecronache su Mediaset Premium, che rappresentano la ciliegina sulla torta”.