Quello della Città metropolitana resta il tema istituzionale dominante in queste settimane. Nei giorni scorsi presso la sede della Provincia di Roma, istituzione destinata a scomparire, è stato costituito il comitato che, formato da 14 sindaci dell’hinterland e da Nicola Zingaretti e Gianni Alemanno, avrà il compito di redigere lo statuto del costituendo Ente. Ne fanno parte, tra gli altri, il sindaco di Albano Nicola Marini, quello di Castelgandolfo Milvia Monachesi e quello di Gallicano nel Lazio Danilo Sordi. Proprio dai Castelli in questi ultimi tempi si è alzata forte la preoccupazione che la futura Città metropolitana possa definitivamente soffocare le realtà locali, peccando già in fase costitutiva di una eccessiva tendenza romanocentrica. Un mese fa il Consiglio comunale di Velletri, città che per anni ha puntato ad ottenere il titolo di capoluogo di provincia, ha deliberato la possibilità di far liberamente scegliere ai propri cittadini se confluire nella costituenda Città metropolitana o passare con la provincia di Latina e Frosinone. Non solo: da Velletri si è alzato forte un appello per escludere Roma dalla nuova istituzione. Molti i distinguo sul territorio: Velletri a parte, però, nessun altro avrebbe espresso desiderio di cambiare provincia. “Dobbiamo vigilare sullo statuto”, avverte perentorio Marini . “La Città metropolitana dovrà rispettare le peculiarità del territorio”, gli fa eco il sindaco di Grottaferrata, Gabriele Mori. La preoccupazione che però l’hinterland capitolino si possa domani trovare ancor più costretto a subire le decisioni di Roma Capitale è forte. “Non è possibile accettare – dice il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia – che il fase costituente il sindaco metropolitano sia il sindaco di Roma. Si parte col piede sbagliato”. Il tema infuocherà i prossimi mesi ma entro fine anno lo statuto dovrà diventare realtà.
Marco Caroni